Stranamente indosso una giacca marina
da lucidi graffi percorsa, e oscuri
stringe alle spalle e apre al mio seno
dinnanzi viene qualcuno
aperto come un mattino
colmo di storie e di strade
aiutami a disegnare una nave
come le antiche sulle acque
vorrei sentire l'oceano fluire
il globo azzurro dicono le mappe
infinite rotte da inventare
prima tracciate cogli occhi e l'indice
capisci il sale sul mio viso
una parte di me ripulita
e nel fendere, nell'andare
il rollìo
il sollievo, l'approdo.
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