giovedì 29 maggio 2014

Maga

Ho scoperto un sentiero disseminato
di erbe profumate, di orme, di more cadute
impreziosito dai luccichii del fiume, dai nostri passi
siamo adatti a questo lungo cammino impervio
ci chiniamo quando le fronde vogliono sferzarci il viso
tenendoci saldi se la sabbia diventa fango
entriamo nelle macchie scure dei noccioli aspirando
fino in fondo le fragranze che il sole esalta
tutto è calmo, tutto ci accompagna sorridendo
canti di bambini, fruscii, rombi di motori lontani
è possibile dimenticare dove fa male
perchè qui, come un tempo, si può dire "poi passa"
e sapere che è vero, sapere che è giusto
proprio per me, avvenuto, anche se ti guardo proseguire.

Dopo aver passato un varco, averne sentito il silenzio...

Risplende il carattere, la faccia, quello che si è
ora posso creare qualsiasi teatro, intrecciare giunchi e salici
sulle rive di ogni fiume della terra
sistemare candele, calare sete e lini dall'alto, velare
dare ombre, dipingere occhi e bocche, emerge
comunque la fattezza dell'anima, quell'imprendibile
ma presente, la puoi chiamare verità, cuore, daimon
è colei che non si nasconde più e definisce
lineamenti, dà una luce agli sguardi, piega le labbra
come sa, come è, profondità sonora, partitura
e porta, conduce, immagina, diviene.


Entrata

martedì 27 maggio 2014

Lui, il quaderno, l'anello

Nella sua casa, una stanza dopo l'altra
una finestra dopo l'altra, perdeva
l'anello dai piccoli zaffiri composti in rosa
cercava per giorni, nei vasi, tra cassetti colmi
e cestini bucati, fin dentro a pagine
di riviste, di libri impilati, belli
infine, con un lampo d'immaginazione
l'anello la evocava, ed era un posto
così semplice ed aperto, ridicolo quasi.
E quindi, nella sua casa, ancora
una sedia dopo l'altra, un tavolino dopo e un letto
smarriva il quaderno, quello grande
copertina arancione con koala
con Australia e dove mai andava
rovistando, a spostare oggetti, a sollevare lembi
sola, e irritata, dove, dove.
Poi smarriva lui, ed era sì un'impresa
anche lui portava segnali di riconoscimento
le spalle larghe, le mani calde e pronte.
Ti chiamavo, sporgendomi dai miei muri
per un poco non rispondevi ma poi, sì
sì, eccoti, non più perso ma arrivato, qui
e ora trovo tutto, gambe, seno, pancia, scapole
parola da bocca uscita, una parola per molto.


La parte azzurra

giovedì 22 maggio 2014

Canto di rabbia e d'amore

Per come sarà, abbiamo trovato un posto
dove continuare a lottare,
niente sparizioni questa volta
niente rese in nome di un miraggio.
Abbiamo riconosciuto il modo in cui
il sole accarezza i muri, sfiora i tralci,
i gradini saliti dai nostri passi impazienti.
E' diventato subito, con le nostre gesta,
il luogo deputato, una fortezza aperta
al mondo, rovesciata addosso a chi
assente nel cuore vuole mordere i confini
senza vederne la bellezza racchiusa.
Potete condannare la vita, fatelo!
avrete sempre uno specchio
ad abbagliare i vostri occhi,
avrete sempre in dono il labirinto
che vi siete scelti come paradiso.
Non tollerate i nostri piedi nudi
noi camminiamo, e le asperità
e l'erba vellutata, i sassi,
la rugiada e la polvere
sono il nostro linguaggio.
Ostili, cari, il sole nasce,
percorre il cielo con noi, sfolgora.
E' tutto il bisogno che abbiamo.

martedì 20 maggio 2014

Battito

Sono stata una farfalla
quando voi avete voluto
dare vita al fuoco e bruciare
quel nido leggèro, celeste
avete pensato di comandare
alle fiamme, alle lingue
come degli stolti, come dei padroni
ma io sono figlia di una colomba
lei ha volato, io volo
ho nel corpo la traccia dei sogni
acqua che bagna, che placa
il vostro rovente mondo
pesanti voi, e cadenti
siete terra riarsa, nemmeno più
un filo d'erba sarà per voi
utile, benedizione non c'è
riuscite a sentire il battito d'ali?

lunedì 19 maggio 2014

Una Vita

Il ligustro dice

Sotto ai fiori generosi di maggio
le mani alzate, come una resa
vanno a invocare quel profumo, la luce
rimane sugli occhi, sulla pelle
con luce si cammina alla riva del fiume
scoscesa riva, scivola nel profondo d'acqua
chiamiamo adesso le nuvole a guardarsi
viaggiare stranianti, ma è il nostro regno?
le altezze, senza fine, lo sguardo e
la vertigine che diventa mia
mi spinge e mi afferra per fermare
l'acqua i fiori le nubi, siete perfetti
e con dolore lo dico, chiaro al mondo
si può far male, e non sapere nulla
di questo giorno, del mattino
arrotolato nel sole, e dolce
decide e quindi fluisce nuovo, disegnandosi
nelle fronde dei salici teneri laggiù
abbiamo parole sgorgate nel magico, nel timore
ogni nostra parola è un'invenzione, cambia
quello che possiamo vivere, ciò che sono
il sentore del ligustro che mi fa amare
questo giorno, mi preme sulle gambe
fin dentro alle viscere, è curioso di me
mi sfiora il naso e solletica
con furia e dolcezza gioca
poi evapora, sale, ridiventa cielo
fino a domani, è una promessa.

martedì 13 maggio 2014

Un animale, un frutto

Sentite bene, è passato, credetemi
si è chiamato dispiacere
un frutto precoce, stride sulla lingua
o forse ha gettato semi ringhiosi
molto vivi sotto le palpebre
il dispiacere è un animale che non conosce
recinti o ricoveri, non si fa marchiare
figlio del dio più selvatico
ama albergare nelle stanzette carine
soffia tra le pieghe delle tende
aderisce agli specchi, vive dei loro riflessi
di notte, o nelle ore ferme del giorno
recita la sua parte a memoria finchè
mi sfinisce, ogni luogo di me esausto
e così, dico " è passato"
voglio respirare, distogliere, e credere
di potermi allontanare, alzando lo sguardo.
Rimane una traccia, una specie di orma
piccola e mutevole, il seme.

mercoledì 7 maggio 2014

Ragazzo francese

Descrizione di un gentiluomo:
di innata forza ed occhi aperti
come le mani, non hanno paura
e si parla della profondità, underground
nascosto e clandestino
un'anima che non teme, nulla
di più, ha memoria di duelli
compiuti nei gesti eleganti, accorati perchè
"il tuo cuore" è il titolo molto amato
di ogni impresa, dall'aprire
le labbra al sorriso
a camminare senza sosta
ridendo, brillante, con comprensione
sui tappeti della casa di lei e risolvere
una cosa alla volta, con calma
è giovane ma in fondo, proprio laggiù
sembra sapere una storia di secoli
di uomini e donne, di amori
e fughe e fuochi accesi
poi lo si incontra, ogni posto è bello per lui.

domenica 4 maggio 2014

Centrale

Contiene natura

Ed ora sono nel centro, perfettamente
lo spazio si arrotonda, mi contiene
sembra una culla dondolata da mano
amorevole, sulla pelle ho il vestito trafitto
di cose splendenti, piccole frecce e punte di stelle
gocce del mattino, diamantini d'oriente
il fruscio di seta preziosa ad ogni mio movimento
è come una pioggia lieve che scivola
crea belle fattezze, incanto
il corpo ne è esaltato e dice, parla
figlia della natura, alla natura agganciata
con rizomi forti, con evoluzioni di radici
il centro, donato a me ed accogliente
è nascosto per nascere ancora
può darsi che si veda, nei miei occhi
il suo specchiarsi, ma davvero nel fondo
così, rimanendo segreto a rifarsi, radice, umore.