lunedì 26 ottobre 2015
sabato 24 ottobre 2015
Generosa
Vado dove la generosità si manifesta
dove l'abbondanza è una norma
e se mi guardo attorno vedo
il bosco che si irradia da un centro segreto
e cresce in foglie ed erbe, canti e sussurri.
Solo piccole cose, parlo di una siepe
dove mi nascondevo in primavera
tra i fiori del sambuco e il ligustro
la mia pelle verde e i capelli di rovo
vestita di radici, percorsa
dal brulicare delle gemme
l'acqua, la strada, uno sputo per terra.
Niente di quanto so è vero e quindi non so nulla
ma ugualmente costruisco una forma, uno specchio
innalzo al cielo l'inconsistenza di una pietra
e nonostante questo luogo arcano io vivo.
dove l'abbondanza è una norma
e se mi guardo attorno vedo
il bosco che si irradia da un centro segreto
e cresce in foglie ed erbe, canti e sussurri.
Solo piccole cose, parlo di una siepe
dove mi nascondevo in primavera
tra i fiori del sambuco e il ligustro
la mia pelle verde e i capelli di rovo
vestita di radici, percorsa
dal brulicare delle gemme
l'acqua, la strada, uno sputo per terra.
Niente di quanto so è vero e quindi non so nulla
ma ugualmente costruisco una forma, uno specchio
innalzo al cielo l'inconsistenza di una pietra
e nonostante questo luogo arcano io vivo.
venerdì 23 ottobre 2015
Invenzioni
I miei rimedi sono tutti inventati
li colgo al momento allungando la mano
se ho bisogno di sentire la casa allora
esco per andare al centro commerciale
ai banconi della frutta, della verdura
nel rosso dei peperoni, nel verde delle lattughe
e poi ogni arancio, ogni viola,
tutti i gialli e i bianco screziati
leggo avidamente i nomi fantastici
cavolo cappuccio, costa d'argento, aglio rosso
arance navel, tarocco, manghi dal Costarica
annurche mele, cumuli che si esprimono
in piramidi o su opulenti vassoi di legno
in trecce rigogliose, in filze di grani succosi
uve rosa e oro, gonfie melanzane rilucenti
tenere albicocche, pastose banane, carciofi puntuti
l'elenco si allunga sul foglio di carta a quadretti
c'è bisogno di quelle castagne e la voglia
si incaglia tra i datteri e i cachi e le noci
i miei sono rimedi inventati
perchè quel senso di casa
possiamo capire anche senza sapere
è il fuoco che scioglie un gelo improvviso
un rapido male, la febbre che chiama.
li colgo al momento allungando la mano
se ho bisogno di sentire la casa allora
esco per andare al centro commerciale
ai banconi della frutta, della verdura
nel rosso dei peperoni, nel verde delle lattughe
e poi ogni arancio, ogni viola,
tutti i gialli e i bianco screziati
leggo avidamente i nomi fantastici
cavolo cappuccio, costa d'argento, aglio rosso
arance navel, tarocco, manghi dal Costarica
annurche mele, cumuli che si esprimono
in piramidi o su opulenti vassoi di legno
in trecce rigogliose, in filze di grani succosi
uve rosa e oro, gonfie melanzane rilucenti
tenere albicocche, pastose banane, carciofi puntuti
l'elenco si allunga sul foglio di carta a quadretti
c'è bisogno di quelle castagne e la voglia
si incaglia tra i datteri e i cachi e le noci
i miei sono rimedi inventati
perchè quel senso di casa
possiamo capire anche senza sapere
è il fuoco che scioglie un gelo improvviso
un rapido male, la febbre che chiama.
giovedì 22 ottobre 2015
venerdì 16 ottobre 2015
Fare l'alba
In una di quelle notti in cui non dormii
e compitavo come una piccola anima
tanto per dare un nome al mistero
ma non sapere di dov'era, da dove poteva giungere
assoluto, che vuol dire tiranno
il corpo stridente e ancorato
stonava il cuore, un bocciolo che non si apre.
Ho un piccolo fiore di solitudine incagliato
tra il mio sentire ed il mostrarsi della vita.
In cucina c'era già lei che mi preparava un thè
avvolta dalla giacca di lana e morbida nelle forme
con un coraggio di lupa vagabonda e verde negli occhi.
sul tavolo lo zucchero scuro come piaceva a me
ed il fuoco ravvivato perchè non prendessi freddo
la calma, il sorriso, la voglia di aspettare mattina
ritrovavo l'alba di nuovo, ancora una volta
potevo prendere tempo e fiato, una luce tenera
bagnava ogni cosa, il cuore s'addolciva.
e compitavo come una piccola anima
tanto per dare un nome al mistero
ma non sapere di dov'era, da dove poteva giungere
assoluto, che vuol dire tiranno
il corpo stridente e ancorato
stonava il cuore, un bocciolo che non si apre.
Ho un piccolo fiore di solitudine incagliato
tra il mio sentire ed il mostrarsi della vita.
In cucina c'era già lei che mi preparava un thè
avvolta dalla giacca di lana e morbida nelle forme
con un coraggio di lupa vagabonda e verde negli occhi.
sul tavolo lo zucchero scuro come piaceva a me
ed il fuoco ravvivato perchè non prendessi freddo
la calma, il sorriso, la voglia di aspettare mattina
ritrovavo l'alba di nuovo, ancora una volta
potevo prendere tempo e fiato, una luce tenera
bagnava ogni cosa, il cuore s'addolciva.
mercoledì 14 ottobre 2015
domenica 11 ottobre 2015
sabato 10 ottobre 2015
Mareggiata
Pensare d'esser delicata
perchè sembra d'aver visto
il volto chinarsi al vento.
Credere d'esser fragile
perchè qualcosa di me si perde.
Sentire il corpo lottare o cedere
all'anima e alle sue pretese.
Guardare la grande ombra
allungarsi ai miei piedi
sono una cattedrale
sono un albero maestoso
suono a quel soffio
che ha creato i canyon, le mareggiate
l'uccellino nel nido, il desiderio di vivere.
perchè sembra d'aver visto
il volto chinarsi al vento.
Credere d'esser fragile
perchè qualcosa di me si perde.
Sentire il corpo lottare o cedere
all'anima e alle sue pretese.
Guardare la grande ombra
allungarsi ai miei piedi
sono una cattedrale
sono un albero maestoso
suono a quel soffio
che ha creato i canyon, le mareggiate
l'uccellino nel nido, il desiderio di vivere.
venerdì 9 ottobre 2015
Paesaggio
Ti ostini a guardare
il paesaggio che ho dentro
come un cartografo
delinei i rilievi, le valli
il solco dei fiumi
puoi decidere che nome dare
ad una collina, ad una forra
ad un bosco intricato
non hai una parola
per la luce
che sorge al mattino
e permane nel sogno
quando giunge la notte.
il paesaggio che ho dentro
come un cartografo
delinei i rilievi, le valli
il solco dei fiumi
puoi decidere che nome dare
ad una collina, ad una forra
ad un bosco intricato
non hai una parola
per la luce
che sorge al mattino
e permane nel sogno
quando giunge la notte.
mercoledì 7 ottobre 2015
Bolla di vetro
Con frasi che sbocciavano come bolle di vetro
soffiate intorno a minuti paesaggi, figure
di case nella neve e cerbiatti tra i pini
tu mi regalavi quel tuo dire fatato
"poi tutto passa" e guarda, dicevi
come risplendono le stelle nella volta celeste
l'agitarsi era silenzioso e dolce
si manifestava la neve coi misteriosi fiocchi
scaturiti da chissà dove, nei tuoi mondi
e piano, senza che io mi accorgessi
tu ti volgevi, tornando alla casa, al cielo di neve.
soffiate intorno a minuti paesaggi, figure
di case nella neve e cerbiatti tra i pini
tu mi regalavi quel tuo dire fatato
"poi tutto passa" e guarda, dicevi
come risplendono le stelle nella volta celeste
l'agitarsi era silenzioso e dolce
si manifestava la neve coi misteriosi fiocchi
scaturiti da chissà dove, nei tuoi mondi
e piano, senza che io mi accorgessi
tu ti volgevi, tornando alla casa, al cielo di neve.
lunedì 5 ottobre 2015
Artigiana
Una giacca di lana fatta a ferri
da lei che si porta appresso
sempre una borsa di tela a fiori
riempita di gomitoli colorati.
Dipana quel filo caldo e svolge
punto dopo punto una trama morbida
e intanto sogna la bambina
che infilerà le manine di pane
nelle tasche ricamate di rosa
ed il respiro si quieta
l'attesa è una fiaba.
da lei che si porta appresso
sempre una borsa di tela a fiori
riempita di gomitoli colorati.
Dipana quel filo caldo e svolge
punto dopo punto una trama morbida
e intanto sogna la bambina
che infilerà le manine di pane
nelle tasche ricamate di rosa
ed il respiro si quieta
l'attesa è una fiaba.
sabato 3 ottobre 2015
Il frutto
Sì, sono il mio frutto
rovesciato fuori dalla scorza di un ramoscello
succoso, con la buccia opaca di pioggia e sole
croccante ed ancora aspro
per chi mi esplora
sono un frutto emerso
da un fiore piccolo e forte
aperto sulla fronda alta
al vento primaverile
i petali illuminati dalla linfa
che sempre scorre, e non veduta
richiama e rammenta
le dolcezze, il senso, la spina di terra.
rovesciato fuori dalla scorza di un ramoscello
succoso, con la buccia opaca di pioggia e sole
croccante ed ancora aspro
per chi mi esplora
sono un frutto emerso
da un fiore piccolo e forte
aperto sulla fronda alta
al vento primaverile
i petali illuminati dalla linfa
che sempre scorre, e non veduta
richiama e rammenta
le dolcezze, il senso, la spina di terra.
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