martedì 18 marzo 2014

Carovana

Ci siamo cercati con richiami e voci e storie,incontrandoci sempre
occhi negli occhi.Ed eravamo calmi,impauriti,incantati,curiosi,e di
nuovo prepotenti e dolci ma mai,si cantava,mai indifferenti.
Voi siete la mia carovana,il racconto antico,l'emozione di una bambina che tocca per la prima volta la magia.

I merli della primavera mi volano intorno cercando il luogo adatto,
e tutto è vivo.Il pettirosso becchetta l'uovo sodo sul davanzale e scruta oltre i vetri.Farfalle rare del fiume,bisce nascoste,uova tra le
erbe.Grossi ragni dai dorsi dorati e le cetonie luminescenti,sere di lucciole,lucertole verso la finestra assolata della camera da letto.
            Gracidii dai fossi,raganelle risalgono gli scalini di casa in
            quelle lontane sere d'estate.Cincia coi piccoli dentro alla
            cassetta di legno.La ghiandaia caduta sulla tua spalla e
            accudita come la gazza,come la piccola lepre e i gattini
            tremanti.
I conigli liberati dalle gabbie di ferro saltano nel trifoglio allungando le zampe,il loro naso freme di emozione.Il verme arricciato nel cuore della rosa,il bruco grasso e verde,soffice sul dito.I pesci del segno.
Si scopre una nuova farfalla posata su un fiore di malva.
            Il cavallo che un ragazzo mi promise,le faraone in fila sui
            sentieri.Il fagiano che si palesa con un volo improvviso.
            I cani azzannano con strazio galline giovani.I cavalli al
            galoppo disegnati da mio padre.Il falco ghermisce la
            tortora e s'invola con lei tra gli artigli.
Il luccio seminascosto nella melma del fosso.Esilissime libellule
azzurre a pelo d'acqua.Un airone scende cauto dalla riva.Uno
stormo di tordi copre parte del cielo d'autunno.Topi si tuffano
velocissimi nei loro buchi,nidi di bruchi avviluppati ai rami alti di
un olmo.Un portacandele a forma di elefante indiano,api cariche di polline sul biancospino.
            L'iguana del titolo,le orme sulla neve.Una fila interminabile
            di formiche riga il muro,io che distruggo un loro castello
            scoprendo le piccolissime uova bianche e la frenesia delle
            loro salvatrici.Il sapore di una formica schiacciata in bocca.
Il tigrato caro e morto sotto al viburno,le lente vacche emerse dalla
nebbia in un viottolo di montagna.Il drago che vince su San Giorgio,
e vive.L'uomo lupo che mi mangia il cuore.Il mio nome ha un
animale dentro.

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