martedì 27 maggio 2014

Lui, il quaderno, l'anello

Nella sua casa, una stanza dopo l'altra
una finestra dopo l'altra, perdeva
l'anello dai piccoli zaffiri composti in rosa
cercava per giorni, nei vasi, tra cassetti colmi
e cestini bucati, fin dentro a pagine
di riviste, di libri impilati, belli
infine, con un lampo d'immaginazione
l'anello la evocava, ed era un posto
così semplice ed aperto, ridicolo quasi.
E quindi, nella sua casa, ancora
una sedia dopo l'altra, un tavolino dopo e un letto
smarriva il quaderno, quello grande
copertina arancione con koala
con Australia e dove mai andava
rovistando, a spostare oggetti, a sollevare lembi
sola, e irritata, dove, dove.
Poi smarriva lui, ed era sì un'impresa
anche lui portava segnali di riconoscimento
le spalle larghe, le mani calde e pronte.
Ti chiamavo, sporgendomi dai miei muri
per un poco non rispondevi ma poi, sì
sì, eccoti, non più perso ma arrivato, qui
e ora trovo tutto, gambe, seno, pancia, scapole
parola da bocca uscita, una parola per molto.


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