Nella sua casa, una stanza dopo l'altra
una finestra dopo l'altra, perdeva
l'anello dai piccoli zaffiri composti in rosa
cercava per giorni, nei vasi, tra cassetti colmi
e cestini bucati, fin dentro a pagine
di riviste, di libri impilati, belli
infine, con un lampo d'immaginazione
l'anello la evocava, ed era un posto
così semplice ed aperto, ridicolo quasi.
E quindi, nella sua casa, ancora
una sedia dopo l'altra, un tavolino dopo e un letto
smarriva il quaderno, quello grande
copertina arancione con koala
con Australia e dove mai andava
rovistando, a spostare oggetti, a sollevare lembi
sola, e irritata, dove, dove.
Poi smarriva lui, ed era sì un'impresa
anche lui portava segnali di riconoscimento
le spalle larghe, le mani calde e pronte.
Ti chiamavo, sporgendomi dai miei muri
per un poco non rispondevi ma poi, sì
sì, eccoti, non più perso ma arrivato, qui
e ora trovo tutto, gambe, seno, pancia, scapole
parola da bocca uscita, una parola per molto.
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