lunedì 24 febbraio 2014

Al campo indiano

Nei cortili di terra e sassi cataste di legna e rovi,cumuli di ferrame arrugginito,bici sfasciate,cani che annusano nelle pozze passaggi notturni di altri animali.
Donne con le mani rosse sui fianchi,le maniche rimboccate fino ai gomiti per i lavori della cucina,elencano con dovizia gli amori e chi
nei loro letti è stato più bravo,e annuendo con sorrisi,per un attimo solo,un attimo magnifico,sono d'accordo.
Gli uomini stanno agli incroci delle case a parlare e fumare sigarette arrotolate e leccate con indolenza poco prima,sulla calda soglia di casa.Si bestemmia,si ingiuria,si ride,si maledice cielo,madre,puttane,
inferno.
File di panni stesi,l'odore del fumo delle stufe si mescola ai sentori di carne rosolata,di vino rovesciato,di erba.
Bambini sudati e urlanti appesi agli alberi con sassi nelle tasche.Le
bambine baciano gli alberi,uno per uno,sono di loro proprietà.
I loro amici ci volano giù,con lunghi ruggiti felici.
Tutta l'aria aperta e promettente della stagione accarezza il campo indiano mentre i vecchi genitori ridono per i loro bambini.
La ragazza bionda e paffuta dal nome d'oro ce ne ha per tutti,e non
allude proprio per niente.Si mette a cavalcioni e li sfida,lei vuole solo risposte,fisiche risposte al corpo pieno.
I fossi così rigonfi di vita da giocarci fino allo sfinimento,fino a che
la sera ci strappa via con le grida di madri dalle finestre luminose.
Perchè il nostro regno era nel regno ed era raggiungibile,anche per loro,solo con voci innamorate.

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