sabato 12 aprile 2014

Ago

Il boss, assiso sul trono incastonato dai cocci di bottiglia
è assediato dai suoi tirapiedi esigenti. Lui fa girare tutto,
senza riposo, fotocopia il mondo malato, ne fa dei volantini
da incollare agli angoli delle strade, in vendita anche per poco.
Basta un centesimo, ma è comunque da sborsare.
Intanto i ribelli, distratti, si stanno rimirando allo specchio
affascinanti non badano ai loro spiccioli perchè non ne hanno
già più. Li guardo ammirarsi e le promesse, e il futuro radioso...
Il dolore avanza, perfora come un ago.
Quando il mondo mi fa male vengo a sapere
dello scrittore il cui suicidio è durato una vita
e a volte si capisce, si può assomigliarli
vengo a sapere qualcosa sulle bambine sfumate
sui ragazzi invecchiati nelle antiche collezioni
quando il mondo mi fa male so di donne
che camminano per niente e c'è morte anche per loro.
Vedo ancora come può essere veloce una vita
e ugualmente venire corrotta rimanendo feto rappreso
attaccato ai cordoni di altre pance
poi la bellezza sognata ogni notte
ogni notte sempre meglio, una polvere
impalpabile da non lasciare nulla, alla fine.
Alla fine riesco a vedere le mie dita strette intorno
alla penna, la mia medium dalla forma di ago
lasciare scritto, nel disordine, di un filo d'acqua
che rinfresca, di un sospiro che punge, nuovissimo.

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