giovedì 17 aprile 2014

La lettrice

Voleva trovare una via di fuga
qualcosa che la sganciasse da
una sofferenza che permaneva sempre
nel fondo, giù, e sopra, tanto che bastava
un niente, un tremito di dispetto
anche meno, uno sfiorare del pensiero
di ricordo. di rabbia, per sentire
lacerarsi quel tessuto a fatica ricostruito
troppo teso, tirato su un'impalcatura
violenta, esposta.
La via di fuga cercata come
ossigeno, oro, cibo per l'affamato
e ancora verbo per il muto
carezza per il solo.
Si soffermava su ogni possibilità
il treno, il vino, il fumo, il sesso, il sogno
volgeva gli occhi
nella casa torri di libri, corpi di carta
dove, forse? una parola scritta
( scovarla dunque! )
nero su bianco, con fuoco
apre la via, schiara, riverbera l'anima
allenta, scioglie, comprende, abbraccia.
Fuggirvi dentro, cosa ci sarà di migliore
niente, e il niente ritorna, dolente.

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