venerdì 18 aprile 2014

Dominio

Guardavamo dentro alla fessura appena scoperta
si scorgeva in fondo un grumo morbido
un ricamo dal rilievo soffice, si chiamava nido
lo sapemmo in quel momento, senza bisogno d'accordarci
era nostro principio tacere, celare
che ne avevamo viste abbastanza
distruzioni di piccole cose
mai innocenti per chi le andava a giustiziare
il massacro, lo scempio, la rovina
la strage del più sottile dei palpiti
volendo salvarsi, loro, dal pericolo di vedere
la vita godere della vita.
Ora lasciamo che rami e foglie
riprendano il loro posto
nel gesto naturale
di nascondere, di tenere
ci libriamo
tu e io, due grandi uccelli
sfarzosi nella primavera
andiamo a posarci più sù.

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